IL PIU’ GRANDE DISTRUTTORE DELLA PACE
“L’attacco ai diritti” è questo il motivo dominante della celebrazione abortista del varo della legge 194/1978, nel 45.mo della sua approvazione. Il settimanale ‘L’Espresso’ ha riproposto la stessa copertina di allora “una mamma con il pancione, nuda e crocifissa”, esprimendo la medesima falsa pietà “Aborto: una tragedia italiana“. Venticinque pagine dedicate, in cui c’è di tutto, dalle foto di Toscani, di dubbia attinenza, all’utero in affitto, al piagnisteo con il quale si vorrebbe attentare alla libertà dei sanitari di non partecipare alla soppressione di un bambino. L’ obiettivo è “vietare l’obiezione di coscienza”. Intanto 45 anni di aborto legale, hanno cambiato il sentire morale di un intero popolo e diffuso la menzogna secondo cui quello non è un figlio. Negare l’evidenza scientifica che il concepito è uomo come noi, è uno dei più grandi successi della propaganda di massa del secolo XX. Con la soppressione prenatale del bambino si uccide una persona e il futuro che era lui. Con questo atto dissennato si uccide la speranza, una virtù che ha abbandonato le nostre latitudini facendo spazio a popoli satolli nel ventre e disperati nell’anima. Popoli che grondano tristezza e angoscia che hanno maturato l’antropologia descritta da Josè Saramago “un’apparizione tra il nulla e il nulla: il nulla dell’anagrafe e il nulla del cimitero” un nulla che può essere cancellato a spese del SSN senza scrupoli. Intanto la demografia è impietosa, l’Italia è entrata in fase di estinzione, mancano all’appello milioni di donne e di uomini, tutti quei bambini abortiti! Di chi le responsabilità? Di tanti! Al primo posto tutti coloro che hanno diffuso la cultura progressista che profetizzava un radioso domani di libertà e benessere. Quel domani è l’oggi che ci presenta il conto: crisi demografica, matrimonio ridotto a contratto pro tempore, famiglia trasformata in convivenza, tramonto culturale dell’occidente, lo chiamavano “Sol dell’Avvenire”. I nemici della vita continuano a mentire sventolando il successo dei 66.757 aborti del 2020 rispetto ai 234.000 del 1982. Una mera strumentalizzazione, perché nel 1982 nascevano circa 720.000 bambini e non esistevano le pillole del giorno prima e del giorno dopo, cioè gli aborti extra 194, peraltro nel 2021 sono nati appena 400.249 bambini (Istat). Basti pensare che nel 2018 sono state vendute 293.200 confezioni di EllaOne, la pillola del giorno dopo. La menzogna e la strumentalizzazione sono un costume abortista. Negli anni settanta le originarie proposte di legge per l’aborto, (Banfi, Brizioli e Fortuna) asserivano che ‘non meno di 20-25 mila donne’ morivano ogni anno di aborto clandestino. Com’è possibile, se negli anni tra il ’71 e il ’75 il numero annuo delle donne in età fertile morte per qualsiasi causa era fra 13 e 15 mila (Istat)? Dai fanatici dell’aborto nessuna pietà, neppure per i corpicini di quei bambini ai quali i volontari della vita, danno sepoltura. I funerali dei feti sarebbero “una provocazione” e “senza il consenso delle donne, una violenza” questo scrive L’Espresso. Don Maurizio Gagliardini afferma “negli ultimi vent’anni abbiamo seppellito tra i 750 e 800 mila bambini“. Se una civiltà si misura dal rispetto e dal culto verso i defunti, anche dei nemici, la nostra barbarie è evidente nel momento in cui si trattano i resti degli esseri umani più indifesi, come rifiuti sanitari. La celebrazione trionfale dei cultori dell’aborto si ammantata di umanitarismo verso le donne e di indignazione verso i pro-life, in realtà è solo il grido disperato di chi vive “come se Dio non ci fosse“, come se la realtà si potesse raggirare, quella “maledetta” realtà che finisce sempre con il mortificare ogni visione ideologica della vita e della morte. I senza Dio finiscono con l’essere senza uomo, in una solitudine cosmica che prima esalta, poi deprime, infine dispera ed uccide le anime, i corpi, le società e un’intera civiltà. Quella madre in croce è la crocifissione di tutti noi, è la crocifissione della speranza che rifiutata, si volge altrove, verso altri lidi, altre terre, altre umanità. Santa Teresa di Calcutta diceva “io credo che oggi l’aborto sia il più grande distruttore della pace”.
Società Domani