Tante speranze ha acceso l’elezione del la maltese Roberta Metsola al posto di David Sassoli quale presidente del Parlamento Europeo. Esponente del Ppe, con 458 voti favorevoli su 690 votanti ha superato le altre due donne in corsa: la svedese Alice Kunkhe (Verdi/Ale) e la spagnola Sira Rego (La Sinistra Gue), ottenendo anche i voti del gruppo di conservatori. Le speranze erano in un’inversione di tendenza, verso politiche che ridiano spazio a quelli che Benedetto XVI definiva i principi non negoziabili: vita dal concepimento alla fine naturale, famiglia naturalmente intesa e libertà di educazione per i genitori.
Dichiaratamente ed esplicitamente prolife e contraria all’aborto viene da quell’isola di Malta, unico stato dell’Unione Europea in cui l’aborto è illegale, e l’essere umano appena concepito nel grembo materno non rischia di essere eliminato con il beneplacito della legge.
Nel 2015 ha espresso contrarietà sulle conclusioni di un report sull’uguaglianza di genere che includeva il “pronto accesso all’aborto”; nell’estate scorsa ha votato contro il rapporto Matic che, definisce l’aborto un “diritto” ; e non è poco. La Metsola ha 43 anni e 4 figli: insomma una bella immagine ed un soffio di speranza per gli amanti della vita.
Tutto lasciava ben sperare ma già dal suo primo discorso la neopresidente ha dovuto pagare il pizzo al politicamente corretto, avvertendo che “… coloro che minacciano donne e cittadini Lgbt sappiano che questo Parlamento li difenderà, coloro che minacciano lo stato di diritto sappiano che non indeboliranno l’unità di questo Parlamento”.
E nella sua prima conferenza stampa ha così rassicurato i fautori della cultura di morte: “Le mie posizioni sull’ aborto saranno quelle del Parlamento europeo che ora rappresento. Le promuoverò all’interno e all’esterno di questa Camera”. Immediatamente allineata e coperta come un bravo soldatino!
E per togliere ogni residuo dubbio sul mantenimento della rotta mortifera dell’Unione Europea, l’ineffabile presidente francese Macron ha appena chiesto di inserire nella Carta dei diritti fondamentali europei « il riconoscimento dell’accesso all’aborto» per consolidare «i nostri valori europei che fanno la nostra unità, la nostra fierezza, la nostra forza»; altro che radici cristiane; le radici di questa europa rimangono laiciste e massoniche.
Circa la Metsola, se il buongiorno si vede dal mattino, siamo messi decisamente male.
Diego Torre
Umbertoi Ienzi
gennaio 23, 2022 at 10:42 pmLe premesse, si presentavano Ottime, ma le conclusione sono da “Ponzio Pilato”. Ma ritengo che i difensori della Vita proseguiremo per il nostro Missionario cammino nel difendere la Vita fin dal Concepimento
Gabriele Conti
gennaio 24, 2022 at 8:39 amsi potra’ resistere solo con tanta pratica religiosa. principalmente rosarii.
Tucci Valerio Maria - Valem
gennaio 24, 2022 at 10:37 amÈ il frutto di quella convergenza ideologica che ha permesso la corsia preferenziale nella testimonianza della fede cattolica alla cultura sinistra, di nome e di fatto, irresponsabilmente condivisa dall’autorità di vertice. Bisogna finirla di tenere il piede in due staffe, o si ha il coraggio della carità, il dissenso creativo di denunciare nei fatti la deriva di vertice, il sopruso della sede impedita e richiedere il ripristino del magistero del vero e unico Papa Benedetto XVI, o ci si consegna all’ipocrisia che non perdona.