Registro dei bambini mai nati. Un atto di pietà e di realtà.

L’istituzione di un registro dei bambini mai nati, le uova di tartaruga distrutte, l’incapacità di meraviglia davanti allo spettacolo della vita, sono i segnali di una cultura che si nutre di avversioni e divisioni. L’istituzione del “Registro dei Bambini non Nati”, votato a maggioranza assoluta, ventitrè contro ventisei, dal Consiglio Comunale di Marsala, in provincia di Trapani, ha suscitato consensi a livello nazionale, insieme a contestazioni, stizza e un malcelato odio soprattutto dalle sigle femministe. Solo una femminista può pensare che le donne, in quanto tali, costituiscano un solido partito politico con una monolitica professione ideologica.  L’idea è, appunto, di una donna, il Consigliere Comunale Giuseppa Piccione, che è stata oggetto di improperi che sono volati, si sono addensati e moltiplicati sui media, che il potere femminista maneggia molto bene e del quale condivide i luoghi comuni: roba medievale, oscurantismo, un passo indietro, un volto compiacente alla classe cattolica, una clericalata, una discriminazione etc. etc. fino a concepire offese più pesanti. Sulla testata on-line Tp24 si arriva a scrivere, senza firma, “non è essere madre che fa di una femminina una donna. Lo abbiamo visto nello stesso Consiglio Comunale”. Un vomito di odio della serie “se non sei con noi, sei contro di noi e non sei come noi” cioè non sei una donna, che la dice lunga sulla matrice totalitaria di chi si è auto eletto difensore delle donne. Su vanityfair.it si legge che i consiglieri di Marsala “sconoscono il diritto e le norme esistenti, ma strumentalizzano la vita delle persone: non del feto o dell’embrione, ma delle donne che hanno il diritto di disporre – liberamente e in anonimato – del proprio corpo”.  Si dimentica che i corpi sono due, la donna e il bambino, e che nessuna norma sarà mai in grado di cancellare la realtà. Perché sul piano scientifico dal momento del concepimento c’è un individuo umano. Il suo DNA porta un messaggio, quel messaggio è una vita, è un bambino, è quello che Lui è dal concepimento alla nascita, a due anni, a cinque e così via. E poiché non conosciamo individui umani che non siano persone, nell’attimo del concepimento c’è una persona che ha una potenzialità di sviluppo completa. L’evidenza e l’oggettività, non colpevolizza nessuno, ma può responsabilizzare ciascuno.

Viviamo in tempi di profonde contraddizioni che hanno maturato grande sensibilità per gli animali e scarsa attenzione per gli esseri umani, soprattutto per i più deboli. Pochi giorni fa, a  Castiglione del Pescaia sono state rovinate 14 delle 81 uova di tartaruga caretta-caretta, che aspettavano di schiudersi all’interno del loro nido. Per la loro distruzione si ipotizza il reato di uccisione e maltrattamenti di animali.  La notizia primeggiava su tutti i TG. Qualcuno è entrato a notte fonda in un recinto scavalcandolo, ha rimosso la grossa ed ingombrante grata antipredazione presente sopra la camera ed ha scavato portando alla luce alcune uova. Un uovo si è rotto, altre due o tre erano state messe dentro un secchiello (forse per portarle via) e altre ancora si trovavano sparse in superficie”. Una quindicina di uova sono irrimediabilmente compromesse e probabilmente tutto quanto il nido (81 uova) non riuscirà ad arrivare a termine. Un nucleo investigativo speciale ha aperto un’indagine. Sono in atto le procedure per l’identificazione dei colpevoli. La nostra cultura, che promuove la tutela della natura, in quarantadue anni di applicazione della legge  194, trova irrilevante che in Italia non sia stato concesso di nascere ,“legalmente”, a più di sei milioni di bambini. Il divieto di nascere, l’aborto, è un diritto. Il più aberrante dei diritti, dal momento che presuppone il sacrificio del più innocente fra gli innocenti, colui che non ha alcun modo di far sentire la propria voce e di far valere il proprio diritto alla vita. Manipolare e sottrarre uova di tartaruga è reato penale, abortire è un atto di libertà sempre più liberticida, con le nuove linee guida del Ministro Speranza che prevedono l’interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital, fino alla nona settimana.

Come è possibile considerare così prezioso far nascere la caretta-caretta, che svolge un ruolo chiave negli ecosistemi marini, e al contempo non comprendere che anche i nuovi esseri umani svolgono un ruolo insostituibile nella storia dell’umanità e per questo vanno tutelati, difesi e rispettati? Perché contrapporre la madre al bambino? Perché opporsi a un atto di pietà e di civiltà come quella del seppellimento di un uomo? Perché interpretare un atto di pietà come atto che offende e discrimina una madre? Contraddizioni del nostro tempo dove sembra che anche gli uomini, oltre alle tartarughe, hanno bisogno di “grate antipredazione” e il “Registro dei Bambini Mai Nati”, in questo senso, è un atto di pietà verso chi non è potuto nascere e un richiamo alla realtà per chi è chiamato a proteggere la vita.

Danila Italiano

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