“Un voto quasi contro la chiesa… una sconfitta… i cattolici reagiscono emotivamente ” è il commento di Andrea Riccardi, all’esito delle elezioni politiche italiane del 4 marzo. Fondatore della Comunità di Sant’Egidio, le sue affermazioni dalle colonne dell’Espresso sono nette, indubbie: “…oltre che la sconfitta del PD, parlo in qualche modo di sconfitta della chiesa!”. Insomma per Riccardi è fuor di dubbio che chiesa italiana e PD, sul piano politico, coincidano. Riccardi ha insistito: “Quando l’estate scorsa si è visto che non aveva spazio la legge sullo ius soli, dopo che addirittura il Papa aveva firmato un appello, quello fu un segnale di irrilevanza, una sconfitta della chiesa stessa”.
Andrea Riccardi è un campione del progressismo cattolico, un amico del sovranismo dei mercati e della UE, non per niente Mario Monti, nel 2011, lo volle ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione con competenze anche su famiglia e antidiscriminazione razziale. Monti volle dare un ruolo di governo al cattolicesimo italiano ma, in realtà, quella presenza rappresentava solo la Comunità di Sant’Egidio, il cui fondatore avrebbe detto ai suoi: “Dobbiamo apparire più di quello che siamo. È il nostro miracolo. Il grande bluff” come nota Sandro Magister sul suo blog (chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1335681.html).
Comunque le affermazioni di Riccardi appaiono rivelatrici, sembrano esprimere lo spirito di un certo mondo cattolico-democratico, quello dei cattolici adulti. Minoritario, elitario, presuntuoso, nel senso che presume di essere intellettualmente superiore alla grande massa dei cattolici: sentimentali, irrazionali, emotivi e, peccato grave, elettori di 5Stelle e Lega. Un cattolicesimo adulto che ritiene di rappresentare “il mondo cattolico” presentabile in pubblico.
Presentabile a chi? Ma, al potere naturalmente! Eppure i cattolici dovrebbero sapere che da quando Pilato è diventato amico di Erode è sempre un errore simpatizzare per chi “comanda il mondo”, un vertice all’apice del quale, se non ricordo male dovrebbe stare qualcuno che è chiamato: “il principe di questo mondo”.
